Birra Messina tra autogestione operaia e multinazionali della birra

Da oggi la trovate presso Chimica 40

Lo storico “Birrificio Messina”  acquistato nel 2007 dalla famiglia Faranda,  nel 2011 aveva annunciato la chiusura con il conseguente licenziamento dei 41 dipendenti. Gli operai in opposizione alla chiusura dello stabilimento decisero di presidiare la fabbrica per 18 mesi, poi 15 dei 41 licenziati decisero di investire il TFR ricevuto per risollevare le sorti del birrificio: fondarono così la “Cooperativa Birrificio Messina”.  Nel 2016 aprono il nuovo stabilimento nella zona di Asi di Larderia, alle porte della città, e avviano la produzione della “Birra dello Stretto” e della “DOC 15”.

A gennaio di quest’anno, nasce, la partnership tra la Cooperativa e Heineken per riportare in Sicilia lo storico marchio “Birra Messina”.

È stata creata appositamente una nuova ricetta dal sapore tutto siciliano: una lager di puro malto non filtrata, dal colore dorato e luminoso, preparata con il sale marino delle saline di Trapani. Il sale permette di esaltare la percezione dei sapori in bocca, senza rendere la birra salata: per preservare tutte le sostanze aromatiche della birra, i mastri birrai dosano questo ingrediente insieme al luppolo alla fine della bollitura.

La nuova “Birra Messina Cristalli di Sale” verrà prodotta dai soci della cooperativa nei quantitativi compatibili con la capacità del birrificio, mentre la restante parte si farà nella provincia di Taranto. L’accordo di partnership ha una durata di cinque anni e prevede la distribuzione in tutta Italia della nuova birra e delle altre prodotte dal birrificio. È una vera e propria promozione da parte dell’Heineken per il rilancio del marchio su tutto il  territorio nazionale.

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